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La Tata e l'educativo, il singolo e il gruppo

Abbiamo conosciuto pensieri e volti di chi ha contribuito ad avviare da zero il settore educativo della nostra piccola realtà, poi quelli di chi opera con un occhio particolarmente attento ai fattori emotivi delle singole situazioni, infine abbiamo planato sugli innovativi servizi specialistici per alunni con disturbi specifici dell'apprendimento.

 

Per l'ultimo appuntamento di questa serie abbiamo scelto due tra i più giovani collaboratori de La Tata. Arianna ed Elia hanno calato da subito tutta la propria motivazione e la loro professionalità nei servizi individuali e di gruppo, sia nel periodo scolastico che in quello estivo.

 

«Ogni volta che inizio un momento scolastico ed educativo - le parole di Arianna, che ha iniziato il suo percorso con La Tata tramite il servizio civile - metto da parte tutto quello che è successo prima. Trovo sia la modalità più adatta per "entrare" appieno nelle difficoltà di chi ho di fronte, per affrontarle assieme a lui e allo stesso tempo per superare anche le mie». Elia, laureato in servizio sociale, trova un'immagine suggestiva: «Queste situazioni sono come quadri astratti: non immediatamente comprensibili, ma che suscitano un turbinio di significati, emozioni e timori di non saper approcciarli in modo efficace, vista la molteplicità di interpretazioni possibili».

 

Affiancare uno studente porta all'emersione di schemi mentali che possono sviare dalla sostanza del problema. Continua Elia: «Da adulto riconosco che talvolta si tende a complessizzare l'interpretazione di una criticità, discostandosi dalla realtà. Bastano una domanda o una risposta del bambino, talmente semplici e naturali nella loro genuinità, per far cadere un castello intero. A volte l'utente stesso contribuisce a indicare la strada».

 

In un certo senso, nell'ultimo periodo la complessità è stata "garantita" dal mezzo tecnologico, come racconta Arianna: «La didattica a distanza può essere utile per mantenere un contatto, ma aumenta il peso di chi ha già una situazione difficile. In alcuni casi la dad ha creato una sorta di bolla, svalutando il sistema-lezione e distanziando sempre di più lo studente dal contesto di apprendimento».

 

Elia condivide la sua prospettiva sui cambiamenti dovuti alla pandemia: «Gli argomenti di confronto tra i ragazzi sono diventati videogiochi, app, programmi tv, social e web. Si parla quasi nulla di nuove esperienze, viaggi con la famiglia, attività ludiche o sportive perché non appartengono alle esperienze quotidiane di bambini e ragazzi. C'è talmente bisogno di sfogo nelle fasce d'età più giovani che per noi svolgere un'attività all'esterno con loro genera slanci di entusiasmo... come se venisse "regalata" la libertà».

 

Gli fa eco Arianna, che inquadra i bisogni attuali riscontrati nei bambini e nei ragazzi, sia femmine che maschi: «C’è tanta voglia di stare insieme ai propri compagni e trovare un luogo comune dove, oltre ai compiti, si possa stare in gruppo e fare attività diverse. C'è bisogno di tornare a quella normalità che conoscevamo prima della pandemia».

Arianna, operatrice nei servizi scolasitici

Elia, operatore nei servizi scolasitici


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