Per molte categorie di lavoratori non è un periodo facile.
Una di esse è quella delle Tagesmutter Domus®: il contesto delle "tages", pur costituendo una soluzione valida agli impellenti bisogni delle famiglie che rientrano al lavoro dopo il periodo di lockdown, vive una situazione di blocco per alcuni tratti paradossale.
Nei giorni scorsi Caterina Masè, socia fondatrice e presidente onoraria dell'Associazione Nazionale Domus, ha sentito il bisogno di condividere il proprio pensiero circa la situazione nella Provincia di Trento, ma che ha punti in comune per molte altre regioni:
«In Trentino stanno discutendo i criteri per riaprire i servizi tagesmutter... Anzi, per farli chiudere definitivamente.
L'accoglienza presso una famiglia conosciuta - l'affidamento nominale e il rapporto fiduciario, cioè "quel" bambino a "quella" persona scelta dalla famiglia - secondo gli esperti è pericoloso perché nelle famiglie ci sono le principali fonti di contagio. Nessuno si chiede come si organizzeranno i 400 nuclei familiari che utilizzano abitualmente questa forma di servizio per essere supportati nell'educazione dei propri figli e nella conciliazione famiglia-lavoro, per offrire occasioni di socializzazione ai propri figli e tra famiglie.
Nessuno si interessa delle 120 donne che hanno avuto il coraggio di fare un lavoro alla luce del sole, di aprire le porte delle loro case ad altre famiglie favorendo e rinsaldando rapporti di vicinato che rinforzano la comunità.
Imponiamo teorizzazioni sul rischio di contagio per mascherare scelte scellerate che dimostrano la distanza dei nostri politici o tecnici dalla realtà quotidiana delle famiglie. Succederà che, per sopravvivere, comunque le famiglie (grazie a Dio) si organizzeranno con apparenti visite a conoscenti e si tornerà a lavorare in nero.
Dalla tagesmutter il piccolo gruppo è la regola , la tracciabilità dei contatti pure, è possibile garantire il servizio con la sua specificità in sicurezza.
Si sta promuovendo una sicurezza per i tecnici ma non per la gente. Se ci preoccupiamo della sicurezza delle persone dobbiamo lavorare non per stravolgere la realtà ma per accompagnare tutti ad una modalità responsabile e solidale di vivere i rapporti di vicinato e prossimità».

Caterina Masè, socia fondatrice e presidente onoraria dell'Associazione Nazionale Domus
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