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Progetto Nordic Walking, una rete di competenze (seconda parte)

La settimana scorsa abbiamo iniziato a parlarvi della nascita “Progetto Nordic Walking”, nato da un’idea de La Tata e proseguito nella coprogettazione assieme ad Ants-Onlus, divenuto ente guida dell’iniziativa.

 

Il progetto, indirizzato a ragazzi con disturbo dello spettro autistico e alle loro famiglie, è seguito nella fase attuativa da diverse professionalità. Della parte sportiva si occupa la dottoressa Raffaela Rosa, fisioterapista, tecnico nazionale e insegnante presso il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona, assieme al dottor Andrea Bertoldo, istruttore e specialista dell’esercizio fisico preventivo e adattato. Quella psicologica e sociale è invece supervisionata da Valentina Spigardi, psicologa e psicoterapeuta in formazione di Ants-Onlus. Infine sul campo c’è Jessica Benedetti, educatrice de La Tata che partecipa alle uscite fianco a fianco con l’utenza.

 

«Ho già lavorato con la disabilità cognitiva – le parole della dottoressa Rosa – ma è la prima volta in un progetto specifico dedicato a persone con disturbo dello spettro autistico. Lavoriamo con rigore scientifico, al fine di avere riscontri oggettivi. Innanzitutto partiamo da un esame iniziale sui diversi utenti tramite un test validato a livello internazionale, con lo scopo di misurare le condizioni fisiche di ciascuno, per esempio la sua fitness aerobica, la flessibilità muscolare, la coordinazione. Analizziamo poi il cammino: per questi ragazzi il nordic walking non è uno sport, ma un modo per migliorare i parametri del loro cammino naturale, perché la disabilità cognitiva solitamente porta anche ad una disabilità motoria».

 

«Poi – prosegue la docente – arriva l’attività pratica, ossia le uscite. La lezione non è mai centrata sulla tecnica “da manuale”. Il tempo che passiamo assieme è impostato in modo divertente, per non disamorare i partecipanti verso la disciplina. In tal senso il bastoncino è uno strumento che si presta a venire manipolato e quindi inseriamo nella lezione parecchi esercizi e giochi che aiutano a recuperare le capacità coordinative. Questi ragazzi imparano tanto su imitazione. Al termine del ciclo vengono ripetuti i test iniziali per valutare l’eventuale miglioramento. Va detto, non ci aspettiamo cambiamenti significativi da questo progetto in tal senso, vista la bassa frequenza delle uscite. Puntiamo tuttavia sulla socializzazione tra gli utenti e sull’attività all’aperto».

 

Il progetto è supervisionato per Ants da Valentina Spigardi, psicologa e psicoterapeuta in formazione.

 

«Oltre a quelli motori e sportivi di introduzione alla disciplina – le parole della dottoressa – uno degli obiettivi principali è sperimentare e far conoscere ai ragazzi un’attività nuova, magari mai provata, la quale pian piano possa conquistarli, diventando un’attività piacevole da fare insieme alla propria famiglia. Altro importante obiettivo è di aiutarli ad utilizzare modalità comunicative e supporti visivi anche in un contesto destrutturato come quello del nordic walking, un allenamento contemporaneo a quello che avviene sul piano sportivo. Essendo un’attività di gruppo, il nordic walking permette ai ragazzi di allenarsi a stare insieme, nonché di potenziare le abilità sociali coinvolte: il rispetto del tempo degli altri, saperli aspettare, regolarsi sull’andatura altrui, gestire e tollerare comportamenti diversi, il tutto in un contesto piacevole come la natura».

 

La prospettiva “dal campo” arriva da Jessica Benedetti, educatrice de La Tata che già in passato seguiva il progetto “Sabati in compagnia”: «Il mio ruolo è quello di coordinare i vari aspetti delle uscite, come un “collante fisico” nel momento in cui si svolgono le attività. Comunico ai ragazzi in che ordine verranno svolte le operazioni e poi mi occupo di osservare lo svolgimento, per rilevare eventuali criticità prima che insorgano problemi. Sono attiva a prestare supporto qualora si verifichi un’emergenza, anche se devo ammettere che finora è stato possibile lasciare scorrere tranquillamente l’attività. I professionisti sono bravi e pure i genitori e gli accompagnatori operano per il meglio».

 

Un progetto a tutto tondo che mette in scena molti attori, come conferma Federica Costa, presidente di Ants-Onlus: «Per noi il “Progetto Nordic Walking” punta sempre all’obiettivo primario che contraddistingue tutte le nostre iniziative, cioè quello di far rete, condividere esperienze, far cultura sull’autismo».

 


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